Additivi alimentari: quali pericolosi?

16.05.2013 19:19

coloranti

 

Additivi alimentari

 

Coloranti, conservanti, addensanti e dolcificanti: gli additivi alimentari sono in quasi tutto ciò che mangiamo e usati soprattutto per migliorarne aspetto, conservazione e appetibilità. E purtroppo non sempre sono innocui.

 

Nell’Unione Europea, sono ammessi più di 300 additivi alimentari, regolamentati da una legge che impone ai produttori di indicarli sull’etichetta, alla fine della lista degli ingredienti, con il nome scritto per esteso o con la sigla E seguita da un numero, per esempio E101 riboflavina o lattoflavina. Queste sostanze sono prive di ogni nutrimento: tuttavia la loro presenza permette ad un alimento di essere migliore dal punto di vista estetico, più saporito e con una durata di conservazione maggiore.

 

Utili quindi per evitare la proliferazione dei batteri e delle muffe e per preservare le caratteristiche dell’alimento, non sempre sono necessari. Potrebbe non essere noto a tutti ad esempio che in alcuni biscotti è presente l’E 470a (sali sodici, potassici e calcici degli acidi grassi), un emulsionante che mantiene unite le parti grasse e quelle acquose: è meglio conosciuto come sapone…

 
Oppure la gommalacca, che veniva usata per produrre i dischi del grammofono, oggi rende così lucidi ananas, avocado e papaie. E che dire degli alimenti affumicati? Molti di essi non hanno mai visto un filo di fumo, ma solo aromi di affumicatura.

Anche frutta e verdura non sono esenti da trattamenti. Gli agrumi vengono poi trattati con difenile, detto anche E230, un antimuffa che permette di conservare i frutti anche per mesi. Non è nemmeno possibile rimuoverlo con il lavaggio: quindi qualsiasi uso alimentare se ne voglia fare, dal limoncello, al té o alla torta, meglio indirizzare l’acquisto verso prodotti biologici.

 

Inoltre molti frutti vengono esposti ad etilene, un gas che ne favorisce la maturazione. Tuttavia, i rischi per la salute, non derivano dai singoli additivi, ma dalla loro combinazione e dalla quantità ingerita quotidianemente. Per questo motivo è fortemente raccomandato di leggere bene le etichette e preferire alimenti che non ne contengano.

 

Ma come riconoscerli? Gli additivi alimentari sono suddivisi in sei categorie, in base alla loro funzione. A ciascuno è assegnata una sigla: generalmente una E seguita da tre o quattro cifre.Spesso sono necessari e non tutti sono dannosi, molti sono addirittura di origine naturale.

 

-Coloranti: (da E100 a E180). Danno ai cibi un aspetto più invitante e appetibile. Alcuni di essi possono provocare allergie nelle persone sensibili e reazioni avverse, per esempio a chi non tollera l’acido acetilsalicilico (aspirina).

-Conservanti: (da E200 a E285). Evitano la proliferazione di batteri, muffe e lieviti che deteriorano i cibi. Alcuni di essi possono provocare mal di testa, disturbi respiratori, nausea.

-Antiossidanti e Acidificanti: (da E300 a E385). Evitano il deterioramento dei cibi quando vengono a contatto con l’ossigeno e ne prolungano la conservazione. Alcuni potrebbero sovraccaricare i reni perché hanno un blando effetto diuretico.

-Emulsionanti e addensanti: (da E400 a E495) Servono a dare consistenza agli alimenti. Il loro impiego è finalizzato a mascherare l’assenza di ingredienti di base, quali carne e uova.

-Esaltatori di sapidità: (da E620 a E640). Modificano il sapore degli alimenti e il loro uso è discutibile perché possono dare disturbi fastidiosi.

-Edulcoranti: (da E950 a E967, E420, E421, E1510). Sostituiscono lo zucchero in alcuni prodotti, vantaggiosi per chi deve tenere sotto controllo il peso, ma per alcuni c’è il sospetto che possano essere cancerogeni.

 

Vediamo adesso quali sono i più dannosi:

 

-Polifosfati: utilizzati per trattenere acqua negli alimenti, permettono di produrre cibi di bassa qualità con ridotto valore nutrizionale. Inoltre, poiché si legano al calcio, impediscono all’organismo di assimilarlo.

-Glutammato: sempre meno usato nella produzione di snack, dadi da brodo, zuppe pronte, salse, conserve, può causare reazioni allergiche come cefalea, capogiri, vampate di calore. A lungo andare potrebbe causare ipertensione, aumento dei valori di colesterolo nel sangue e asma. Si sospetta inoltre che possa essere tossico per le cellule.

-Solfiti: conservanti usati in marmellate, conserve di pesce, funghi secchi, vino, frutta secca, possono provocare mal di testa, problemi respiratori, reazioni allergiche, debolezza.

-Aspartame: usato per dolcificare dolci, yogurt, gomme da masticare, caramelle. Recenti studi hanno evidenziato che è un agente cancerogeno.

Pare quindi che valga proprio la pena spendere qualche minuto in più nel fare la spesa, leggendo attentamente quello che stiamo per portare in tavola. Un minuto perso che può portarci però alla lunga all’evitare possibili problemi dovuti all’assimilazione di questi pericolosi additivi.